giovedì 17 gennaio 2008

...un po' di news in arrivo dalla sede Provinciale di Torino..

Convenzioni 2008

Anche quest'anno i soci Acli possono contare su un nutrito numero di convenzioni per chi è in possesso della tessera 2008...
per conoscerle nel dettaglio clicca qui...



Torino Acli

E' uscito il numero di Gennaio 2008...cosa aspetti a leggerlo? ...clicca qui per scaricarlo


mercoledì 16 gennaio 2008

MA VERRA’ IL GIORNO CHE TUTTE QUANTE LAVOREREMO IN LIBERTA’

Così termina la versione di “Bella ciao” cantata dalle mondine.
Questa frase torna alla mente pensando al titolo del nostro Congresso, “Migrare dal Novecento…”, perché riassume bene i sogni del secolo scorso, sanciti dai Diritti Umani e dalla nostra Costituzione.
“Lavorare in libertà” richiama il senso profondo della giustizia, che lega il lavoro al fine ultimo della dignità e
della realizzazione delle persone tutte e ovunque.
Se pensiamo alle mondine non possiamo non scorgere un cammino positivo, se pensiamo ai lavoratori uccisi alla ThyssenKrupp, ci accorgiamo di quanto ci sia ancora da costruire.
Il Congresso sarà l’occasione per chiedersi il senso delle Acli oggi nella società. Proviamo allora a porci alcune domande.

In compagnia con gli ultimi: la sfida sociale
Compagnia significa condividere il pane, è per noi la fedeltà al sociale, al mondo del lavoro, significa stare prioritariamente dalla parte di chi fa più fatica, delle realtà popolari di oggi.
Questa dimensione rappresenta le nostre radici, solo se le coltiviamo continuamente, rinsaldiamo la nostra autonomia politica e garantiamo un contributo di pensiero e azione autorevole nella comunità ecclesiale.
Innanzitutto riusciamo ad essere in compagnia con le persone e i problemi del nostro tempo, dei nostri paesi e città, dei lavoratori di oggi?
In un tempo in cui si vive di corsa e tutto diventa superficiale oggetto di consumo, valido se utile o se funziona, valori ed emozioni comprese, occorrono esperienze in cui si possa “perdere” un po’ di tempo insieme, in cui i rapporti siano gratuiti, in cui re-imparare le emozioni, la fiducia e le dimensioni creative della vita.
È interpellato il nostro modo di essere sul territorio: va ripensata l’esperienza dei nostri circoli rilanciandone l’attività sociale con progetti e servizi. Va riscoperta la dimensione personale del servizio agli altri come cammino
fattivo di crescita e di responsabilità. Alcune iniziative sperimentali, il fatto che in molti territori si sia riusciti a ripartire, le nuove attività sul lavoro, sul sostegno alla domiciliarità, sull’immigrazione…ci dicono che è possibile. E’ in gioco la capacità di essere accoglienti, di essere esperienze di compagnia vera, di far sì che le persone si dedichino reciprocamente tempo, ritrovino la dimensione del mutuo aiuto, in particolare guardando ai lavoratori e agli adulti di oggi, in un contesto sempre più animato da culture e migrazioni.

Il futuro come cammino comune: la sfida etica ed educativa

Cantava Fabrizio De Andrè: “A un dio senza fiato non credere mai”. Talvolta, nello sconforto, rischiamo di correre dietro al dio sbagliato, a una immagine sbagliata, a un dio che non ha più fiato per camminare insieme alla gente, in mezzo alla storia e alle sue contraddizioni, a un dio opinionista fermo a una finestra a giudicare secondo i nostri occhiali e, qualche volta, secondo i nostri interessi. Ma Dio, quello vero, non si è stancato, nella Sua misericordia, del mondo, siamo forse noi che, sempre più concentrati su noi stessi, fatichiamo a riconoscere l’umile forza del Suo Spirito, a scorgere e visitare le tante grotte di Betlemme in cui nasce ogni notte.
Ed è proprio la testimonianza di Chiesa che abbiamo vissuto a Torino in questi giorni, a fianco del dolore per i morti sul lavoro e delle fatiche di chi rischia la propria occupazione, che ci stimola come un tempo a costruire la speranza ancora nel camminare insieme.
A questo Suo instancabile Natale dovremmo guardare per riscoprire una nostra scelta educativa e una nuova etica della responsabilità. La possibilità di vedere il futuro come un cammino possibile di crescita umana, insieme personale e collettiva, si gioca molto sul creare luoghi di dialogo per le persone e per la società nei quali confrontarsi e condividere le scelte e le responsabilità che vogliamo assumere di fronte a tanti interrogativi: la crescita dei figli, il lavoro, gli affetti, la legalità, i rischi e le potenzialità dell’evoluzione tecnologica e scientifica, la pace….
Nel piccolo delle relazioni sociali come sui grandi dibattiti non ci deve spaventare il fatto che emergano differenze di idee, anzi ciò che dobbiamo temere è che le differenze non dialoghino e non si confrontino, perché allora divengono distanze e frammentano i rapporti e il senso di una comune appartenenza umana. Come ha recentemente affermato Franco Garelli: “La vera sfida che attende anche i politici credenti è quella del pluralismo, della capacità di affermare e di “concretizzare” i grandi valori in un contesto in cui si vivono condizioni e orientamenti diversi, dove più nulla è scontato. Ogni area culturale è chiamata a dare il proprio contributo progettuale per arricchire e dar risposte alle diverse situazioni e promuovere più larghe convergenze”.

Animare una nuova coscienza civile: la sfida politica
Non dobbiamo sottovalutare i temi al centro del dibattito politico – il cambiamento del sistema elettorale innanzitutto - e non dobbiamo sottovalutare il diffondersi di una crescente sfiducia nelle istituzioni.
Occorre rinnovare la politica, ma per farlo bisogna rispondere a una grande domanda di credibilità.
Esperienze di grande partecipazione, come le primarie del Partito Democratico, sono lì a testimoniare una voglia di serietà, oltre che di partecipazione.
Ma credibilità vuol dire anche partire da se stessi: alimentare una nuova coscienza politica attraverso la nostra capacità di essere non solo presenti, e tanto meno presenzialisti, ma riconoscibili nelle cose che si fanno, competenti e propositivi, senza inseguire tutte le questioni, ma su alcuni aspetti cruciali. E di farlo valorizzando il rapporto con altre organizzazioni sociali e del mondo del lavoro.
C’è la necessità di ridare alla politica il giusto valore se vogliamo affrontare le grandi contraddizioni della nostra epoca: la crescita delle disuguaglianze, il ritorno degli arsenali nucleari, il diffondersi degli scenari di guerra e del terrorismo, l’impatto ambientale e umano della “crescita economica infinita”…
Contraddizioni che arrivano a rimettere fortemente in discussione gli stessi valori civili del Novecento, come se al cambio del millennio una generazione dell’umanità inventata la pace, scegliesse la guerra, o inventati i diritti, se li contendesse come privilegi.
Per farlo serve promuovere
una democrazia che non si ferma nelle sole istituzioni, ma diviene più “sociale”, più animata dal confronto con i cittadini, e più capace di essere anche “economica”, di consentire ai lavoratori e ai cittadini di aver voce sulle scelte aziendali, sulle politiche commerciali, sugli scenari finanziari.
C’è la necessità di rilanciare
il tema dell’Europa come concreta prospettiva attorno alla quale è possibile difendere e promuovere un’azione politica veramente globale.
E poi,
l’urgenza di discutere di città che vivono una nuova questione operaia diversa e forse più complessa, ma che va di nuovo messa al centro dell’attenzione.
E ancora, il tema della
riforma della pubblica amministrazione e la necessità di ridare senso e valore alla cosa pubblica, anche coinvolgendo maggiormente i cittadini nell’organizzazione della vita collettiva con una corretta e non liberista realizzazione del principio di sussidiarietà.
Questi vogliono essere alcuni spunti per aprire il nostro percorso.
L’intento è di conservare del ‘900 l’inquietudine di chi non si abitua mai alla sofferenza e all’ingiustizia, per interrogarsi, con le parole del filosofo Miguel Benasayag, prima che “sul mondo di giustizia da costruire per gli uomini”, su “quale uomo (o donna) – e quale associazione – bisogna diventare in questo mondo se si desidera la giustizia.”

Stefano Tassinari



martedì 15 gennaio 2008

Un po' di foto.....delle nostre iniziative....

04-11-07 - Balli a Falchera

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12-09-07 - Verolengo festa in cascina in occassione di Utopica


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15 e 21-12-07 - E' arrivato Babbo Natale a Robassomero !!!! .....


..... ma quando è arrivato a Torino si è anche portato dietro la befana !!!








lunedì 14 gennaio 2008

Seminario - Aree metropolitane nell'Italia settentrionale : ritrovare città e comunità


Venerdì 18 gennaio 2008, ore 10 – 13.30 Hotel Bologna - Stazione Mestre (VE)


per info contattare la sede provinciale di Torino al numero 0115712811